VERBENA
La verbena è conosciuta anche come erba sacra o erba della milza, è una pianta perenne che appartiene alla famiglia delle Verbenacee. L’origine è Europea e Asiatica e oggi è diffusa in tutto il mondo. Cresce in luoghi incolti e abbandonati fino a una altezza di 1500 mt. Raggiunge una altezza di 80 cm con radice fibrosa e fusiforme, fusto eretto molto ramificato, con parte legnosa alla base e foglie pennate. I fiori sono color lilla e sbocciano da primavera all’autunno inseriti su spighe che formano lunghe pannocchie. La verbena è diuretica, antireumatica, sedativa, tonica, antispasmodica ed espettorante oltre ad alleviare l’artrite, la sciatica e le ecchimosi. Si producono anche eccellenti liquori. Le proprietà sono conosciute fin dall’antichità e gli egizi pensavano fosse nata dalle lacrime di Iside mentre i greci si adornavano con le radici. Veniva usata anche per preparare dei filtri d’amore e come afrodisiaco. La verbena contiene glucoside verbenalina che agisce sul sistema nervoso, specie sul parasimpatico, provocando una azione sedativa, antispastica e analgesica, aiuta la digestione e allevia i processi infiammatori. È un tonico stimolante e ricostituente, ha proprietà diuretiche e depurative, del fegato e della milza, facilita l’espulsione dei calcoli renali, come sudoriparo serve per abbassare la febbre, allevia i dolori nevralgici, e di natura reumatica, è astringente e emolliente. Per uso esterno svolge azione disinfettante, detergente e cicatrizzante nella cura delle piaghe e ferite. Allevia i dolori muscolari, e delle articolazioni mentre, se applicata alle contusioni, contribuisce alla regressione del gonfiore e dei travasi dei liquidi.
I principi attivi sono dei glucosidi tra cui verbenalina, verbenina, verbenaloside; mucillagine; tannini ; saponine; olio essenziale; principi amari.
Serve per le affezione alle vie respiratorie, faringite, infezioni e infiammazioni alla gola, laringite, sinusite, stati febbrili, tonsillite. In questi casi assumere tre-quattro tazze al giorno di infuso, dolcificando se necessario con miele, e in caso di mal di gola fare gargarismi due volte al giorno utilizzando l’infuso o il decotto concentrato, mentre in caso di sinusite, fare inalazioni con vapori del decotto bollente e applicare alle zone doloranti, degli impacchi caldi preparati con l’infuso. Nel caso di anemia, debolezza, stati di affaticamento generale assumere tre o quattro bicchierini al giorno di vino medicinale. Per le emicranie, nevralgie al nervo trigemino e per una azione antispastica sul sistema arterioso, per impedire l’insorgere di mal di testa o per diminuirne l’intensità assumere tre quattro tazze al giorno di infuso o di decotto. Per le contusioni, distorsioni dolori reumatici, muscolari e articolari, ferite, nevralgie, piaghe, sciatiche e ulcere assumere l’infuso e fare impacchi sulle zone doloranti per 5-6 ore al giorno.
Le preparazioni si fanno: Infuso usare un litro di acqua bollente con 15-20 gr di pianta fresca o essiccata per 15-20 minuti quindi colare e bere all’occorrenza. Decotto far bollire un litro di acqua con 20-25 gr di pianta fresca o essiccata per circa dieci minuti dalla bollitura. Poi lasciare riposare a fuoco spento per una decina di minuti e colare. Vino medicinale fare macerare in un litro di vino bianco secco 70-80 gr di pianta sminuzzata ed essiccata. Dopo 15 giorni colare, filtrare e conservare in un luogo fresco. Cataplasmi far bollire la pianta intera fino a che si disfa, togliere dal fuoco e lasciarla intiepidire. Avvolgerla, quindi, in una tela di cotone e applicare il cataplasma nella zona interessata.
Consigli per i calcoli biliari, coliche renali, disturbi del fegato, epatopatie, disintossicazione e riattivazione della diuresi e per migliorare la funzionalità dell’apparato renale assumere tre tazze al giorno di decotto dolcificato con miele di tarassaco.