1)
Illustra gli aspetti fondamentali del sistema prossemico
Il
sistema prossemico: si riferisce alla percezione, all’organizzazione e all’uso
dello spazio, della distanza e del territorio nei confronti degli altri. L’uso
dello spazio e della distanza implica un equilibrio instabile tra i processi
affiliativi e esigenze di riservatezza mediato attraverso la gestione della
territorialità, che assume significati psicologici differenti durante gli
scambi comunicativi a seconda che si tratti di territori pubblico o territorio
domestico. La prossemica riguarda anche la regolazione della distanza spaziale
che designa la posizione comunicativa tra soggetti. A questo proposito si
distinguono zona intima(0-0,50 cm) zona personale(0.50-100 cm) zona sociale(1-4
m) e zona pubblica
1) Descrivi la prospettiva comunicativa delle
espressioni facciali
La
prospettiva comunicativa sostiene che le espressioni facciali manifestano le
intenzioni del soggetto che variano in base al contesto, hanno un valore
sociale: consentono di comunicare agli altri le proprie intenzioni e obbietti,
per questo sono più frequenti e accentuate durante le situazioni sociali.
Tuttavia anche quando siamo soli produciamo espressioni facciali e questo è
spiegato dalla socialità implicita (si può essere fisicamente da soli ma non
mentalmente) non si è mai veramente da soli c’è sempre la presenza di un
uditore implicito,noi stessi. Inoltre ci può essere una dissocialità tra
ambiente esterno e interno: ciò che appare sul volto non corrisponde
necessariamente ad un’esperienza emotiva interna.
2) Tra i sistemi della comunicazione non
verbale, a che cosa fa riferimento la cronemica?
La
cronemica concerne il modo in cui gli individui percepiscono e usano il tempo
per scandire esperienze e processi comunicativi. Questo sistema fa parte della
cronobiologia (la scienza che studia i ritmi biologici) è influenzata da ritmi
circadiani che riguardano i cicli fisiologici e psicologici del soggetto nelle
24 ore; vi sono i cicli infradiani (superiori a un giorno) e quell ultradiani(
diversi cicli al giorno, come il ciclo della fame). I ritmi circadiani
mantengono la loro periodicità grazie ai fattori ambientali (ciclo di luce e
buio) e fattori socio-culturali (orologio biologico interno)
3) Presenta le componenti della comunicazione
vocale
Quando
noi parliamo compiamo un atto fonetico composto da una serie di fenomeni e
processi vocali: i riflessi (es. lo starnuto la tosse) i caratterizzatori
vocali (es il pianto e il riso) e le vocalizzazioni ( le pause piene). Le
caratteristiche extralinguistiche: permanenti ed esclusive dell’individuo che
possono essere suddivise in organiche e fonetiche( come si emettono i suoni) E
ancora le caratteristiche paralinguistiche: proprietà acustiche e transitorie
legate alla situazione determinate da diversi parametri: il tono che dipende
dalla tensione delle corde vocali, l’intensità della voce e il tempo che
determina le pause, la durata e la velocità di eloquio.
4) Esponi la teoria degli atti linguistici di
Austin
La
teoria degli atti linguistici si colloca entro il modello pragmatico, che
considera la comunicazione come azione e fare. Condividendo questa prospettiva,
Austin sostiene che nel parlare l’individuo compie sempre un’azione: “dire” è
anche “fare”. E’ possibile, infatti, individuare tre diverse azioni compresenti
in ogni atto linguistico: atti locatori (atti di dire qualcosa) cioè le azioni
che si compiono per il fatto stesso di parlare; atti allocutori (atti nel dire
qualcosa) cioè gli atti che si compiono attraverso il parlare medesimo e che
corrispondo alle intenzioni comunicative del parlante; atti perlocutori (atti
col dire qualcosa) vale a dire la produzione di determinati effetti da parte
del parlante sul sistema di credenze, sui sentimenti ed emozioni, nonché sulla
condotta dell’interlocutore.
5) Spiega il primo assioma della scuola di palo
alto
Il
primo assioma della comunicazione definito dagli studiosi della scuola di Palo
Alto dice che “non si può non comunicare”: qualsiasi interazione umana è forma
di comunicazione, il comportamento non ha un suo opposto, ovvero non è
possibile non avere un comportamento se si accetta che l’intero comportamento
in una situazione d’interazione ha valore di messaggio, vale a dire è
comunicazione, ne consegue che comunque ci si sforzi non si può non comunicare:
l’attività o l’inattività, le parole o il silenzio hanno tutte valore di
messaggio, in quanto influenzano gli altri a loro volta, non possono rispondere
a queste comunicazioni ed in tal modo comunicano anche loro.
6) Indica la differenza tra macrosociologia e
microsociologia
Nei
modelli sociologici la comunicazione è intesa come prodotto della società, in
questo ambito è opportuno distinguere la macrosociologia e microsociologia. La
macrosociologia studia i processi generali presenti nelle dinamiche sociali e
nelle strutture sociali facendo ricorso a metodi quantitativi, ricerche
campionarie e dati statistici; si occupa soprattutto dei mass media e dei loro
effetti. A differenza della microsociologia che studia i processi della vita quotidiana
così come avvengono; utilizza metodi qualitativi ed etnografici, e grazie a
Goffman che si mostra interessato ad una serie di fenomeni comunicativi del
quale la sociologia non si era
interessata inaugura la “sociologia delle occasioni”(studia l’esperienze
quotidiane e cerca di capire le circostanze in cui avvengono)
7) Evidenzia le principali differenze tra
culture veloci e lente
Parlando
del sistema cronemico si è soliti distinguere le culture veloci da quelle
lente. Le culture veloci sono caratterizzate da un alto grado d’industrializzazione,
da un benessere economico, condizioni climatiche più fredde, un orientamento ad
un individualismo e successo, prospettive temporali orientata al futuro,
obbiettivi distali a medio o lungo termine ed un modo di organizzare la
produzione in monocromia cioè un’attività per volta. Al contrario le culture
lente sono caratterizzate da povertà, condizioni climatiche calde, hanno una
prospettiva temporale orientata al passato (tradizione) e al presente, senza l’esigenza
di una programmazione anticipata. La modesta suddivisione dei lavori e la
limitata specializzazione del tempo consentono la compresenza di svolgere
diverse attività(policromia)
8) Illustra gli elementi essenziali dei modelli
semiotici della comunicazione
Nei modelli
semiotici della psicologia la comunicazione è il rapporto tra significazione e
segno. (La semiotica è la scienza che studia la vita dei segni nel quadro della
vita sociale invece la significazione è la capacità di generare significati e proprietà
fondamentali) questo si spiega attraverso il diagramma della significazione che
pone in relazione tre aspetti diversi. Il simbolo (consiste nell’immagine
acustica), la referenza (immagine mentale) e il referente (dato dall’oggetto o
evento nella sua realtà fisica); il diagramma ci fa capire che il rapporto tra
simbolo e referente è sempre mediato dalla referenza. il segno in semiotica è
concepito con 2 accezioni: segno come equivalenza (il rapporto di identità tra
un'immagine acustica e il suo significato); segno come inferenza (il
significato che assume il segno dipende dal contesto).
9) A partire dal concetto di turno, esplicita le
regole fondamentali per l’avvicendamento dei turni messe a punto dall’analisi
della conversazione.
Il turno è l’unità
minima di parole compresa tra due possibili segnali d’intesa tra i due
partecipanti, diviene un unità interattiva che richiede un’appropriata
partecipazione e coordinata azione. Il punto finale di tale unità rappresenta
un punto in cui i partecipanti possono avvicendarsi nel turno: si tratta di un
punto di rilevanza. Quest’ultimi sono regolati da una serie di regole che
consentono uno spazio di negoziazione tra i parlanti: la conservazione del
turno (il parlante non vuole essere interrotto e segnala di voler conservare il
turno) la cessione del turno (il parlante intende cedere il turno all’altro)
richiesta di turno ( chi ascolta intende interrompere il turno dell’altro) e
infine c’è il rifiuto del turno (il parlante manifesta di voler cedere il
turno)
10) Gli scambi conversazionali sono soggetti a
variazioni culturali. Presentane gli aspetti più rilevanti.
Nella
comunicazione ritroviamo un sistema comunicativo universale in quanto si
ritrova presso tutte le culture, tuttavia pone in evidenza rilevanti variazioni
culturali. Possiamo trovare profonde differenze in termini di loquacità: le
culture loquaci come quelle africane, americane e latine considerano il
silenzio pesante e minaccioso al contrario le culture nel sud dell’India
comunicano pochissimo e a 40 anni diventano quasi silenti. Nella gerarchia
sociale troviamo delle variazioni, per quanto riguarda lo status sociale (in
India e nelle società asiatiche, prima si richiede a quale casta appartieni)
Inoltre nella gestione delle coppie adiacenti in alcune culture è l’inferiore a
dover rivolgere per primo la parola (al contrario di quelle africane). Altre
differenze appaiono nella sezione di chiusura di una conversazione (per es
nelle culture orientali le forme di ringraziamento sono proibite); nei ai ritmi
conversazionali (ci sono culture che tendono a minimizzare le pause, mentre
altre che prediligono conversazioni calme e riflessive);ed infine in base alla
sovrapposizione dei turni (gli italiani hanno una certa tolleranza x le
sovrapposizioni, che danno ritmo e vivacità, mentre i tedeschi considerano
queste come una forma di maleducazione e
le evitano).
11) Chiarisci il concetto di “Influenza
sociale” all’interno dei processi comunicativi di gruppo.
L’influenza
sociale è una modalità di base con la quale orientare le credenze, i desideri,
gli obbiettivi e le decisioni dei membri di un gruppo. Comunicazione e
influenza sociale costituiscono due categorie con rilevanti aree di
sovrapposizione. Si è soliti distinguere tra l’influenza sociale informativa e sociale
normativa, La prima è la tendenza ad accettare un informazione da un altro come
vera anche per ridurre l’ambiguità. A sua volta l’influenza normativa induce l’individuo
a conformarsi alle norme, alla aspettative e agli standard del gruppo. Inoltre si
è soliti distinguere due forme:l’influenza maggioritaria e minoritaria.
12) Puntualizza lo scopo, i possibili percorsi
e i principali fattori della comunicazione persuasiva
La C
persuasiva è una modalità centrale per generare e sostenere l’influenza sociale
in quanto ha lo scopo di modificare uno stato mentale; essa mira a cambiare gli
atteggiamenti attraverso tre fattori: le caratteristiche della fonte cioè la
sua credibilità (grado di competenza e fiducia che le vengono riconosciute dal
destinatario, l’uso di modalità Cve, l’attrazione fisica e la simpatia della
fonte). Le caratteristiche del messaggio che riguardano la sua struttura, lo
stile e la strategia della sequenza nelle richieste, possono aumentare l’efficacia
persuasiva. Le caratteristiche del destinatario che possono essere
stabili(influenzabilità e autostima), momentanee o dipendenti, da fattori
contestuali riguardanti il gruppo e le tempistiche in cui viene espresso il
messaggio.
Inoltre Sono stati individuati due “percorsi
della persuasione”quello centrale e periferico. Il primo riguarda la
comunicazione persuasiva quando la probabilità di elaborazione delle
informazioni è elevata, in questo caso se il messaggio persuasivo contiene
argomenti forti e convincenti, pensieri
saranno prevalentemente positivi. Al contrario il percorso periferico ha luogo
quando la probabilità di elaborazione delle informazioni è bassa, in quanto il
destinatario è poco interessato all’argomento
13) Evidenzia le funzioni psicologiche del
pettegolezzo
Il pettegolezzo
implica una serie di dicerie trasmesse
di bocca in bocca con l’aggiunta facoltativa di commenti personali che tendono
a rimanere stabili nel loro nucleo centrale e riguarda gli aspetti personali e
privati dei soggetti di cui si parla.
Assume tre funzioni differenti: un valore normativo che costituisce una
sorta di denuncia di comportamenti riprovevoli e in questo modo svolge
indirettamente la funzione di conferma; un valore estensivo cioè rende pubblico
ciò che è privato ed infine possiede un valore conservativo quindi ha il
compito di rafforzare l’atmosfera, il clima di quella società che fa
riferimento alla funzione di tipo culturale.
14) Esponi la teoria del campo di K. Lewin
La
teoria del campo di Lewin, del 1947, aveva posto l’accento sulla coesione di
gruppo come effetto della decisione collettiva: la presa collettiva di
decisione favorisce la convergenza simbolica fra i membri del gruppo
rafforzando il punto di vista del gruppo e un sentire emotivo comune. Gli
scambi Cvi del gruppo, durante la discussione, comportano una attivazione
personale dal punto di vista cognitivo ed emotivo dei partecipanti e una
maggiore assunzione di responsabilità nei confronti di quello che ciascuno di
essi affermava.
15) Richiama alcuni aspetti caratterizzanti
della comunicazione fra gruppi
Partendo dal
presupposto che nessun gruppo vive isolatamente, ma interagisce costantemente
con altri gruppi (out-group) è inevitabile che s’instaurino scambi
comunicativi. La comunicazione fra membri di gruppi differenti è probabilmente
il fenomeno sociale più complesso nella specie umana poichè implica delle
differenze individuali e delle variabili contestuali ma comporta anche la somma
delle variabili intergruppo. Quando un membro
di un gruppo interagisce con un altro ha la consapevolezza della propria
appartenenza di un gruppo con le conseguenti implicazioni cognitive, affettive
e normative.
16) Delinea il concetto di “stereotipo sociale”
nel contesto degli scambi comunicativi fra gruppi
Lo stereotipo
sociale è l’insieme di credenze circa le proprietà tipiche e distintive di un
gruppo di persone consistono in giudizi superficiali e imprecisi che tendono
alla generalizzazione e all’esagerazione. La loro formazione e diffusione
avviene attraverso normali processi di comunicazione in cui membri di un gruppo
si scambiano idee esperienze e aneddoti su membri di un altro gruppo
18) Walter Ong cambiamenti della
scrittura: il senso privilegiato è la
vista con la scrittura la conoscenza viene fermata invece la trasmissione orale
della conoscenza è volatile, nasce lo studio privato e solitario sui libri,
rende la conoscenza più distaccata, permette di oggettivare la conoscenza,
permette d’investire nell’innovazione, l’uomo entra nella storia e acquista una
percezione cronologica, il lessico va arricchendosi, la scrittura è coincisa,
essenziale possibile cancellare parole o frasi infine il testo è ipotattico.
19) USI E
GRATIFICAZIONI: nel
secondo dopo guerra negli Stati Uniti,la mass comunication research studia la
sociologia funzionalista che legge i media alla luce delle loro funzioni,
ovvero quanto e come riescono a soddisfare i bisogni dei vari sottoinsiemi
della società, nell’ambito di questo nasce la teoria usi e gratificazioni. La
funzione dei media viene assimilata all’uso strumentale che il pubblico fa dei
mezzi di comunicazione di massa, al fine di soddisfare i propri bisogni e di
riceverne così una gratificazione. La natura dei bisogni gratificati dai media:
informazione, costruire l’identità, condividere i valori, relazione e
divertimento. Gli effetti sono strettamente legati ai contesti materiali
soggettivi della loro fruizione.
20) Il
modello proposto da Hall
conosciuto come modello di ecoding-decoding sottolinea questa duplice
prospettiva: per cui qualsiasi prodotto mediale nasce come risultato di un
processo di messa in codice da parte di un organizzazione al cui vertice
possiamo porre la figura ideale dell’autore. La fase di ecoding è il risultato
frutto di un processo di negoziazione in cui giocano il loro ruolo diverse
variabili. Una volta diffuso al pubblico il prodotto subisce il processo di
decoding ovvero una decodifica che lo porta ad essere letto ed interpretato in
tre modalità principali: egemonica-dominante(il punto di vista si identifica
con l’emittente), negoziata(accanto alla comprensione del codice il lettore
attribuisce al messaggio anche delle sue interpretazioni), oppositiva(messaggio
letto in modo antagonista e opposto a quello dell’emittente). Infine i cultural
studies riconoscono al pubblico un ruolo attivo che è in grado di condurre la
fruizione mediale, i cultural studies non sono interessati al pubblico quanto
ai pubblici. Il processo di ecoding avviene in modo differenziato seguendo
valori e gli schemi interpretativi di specifiche culture.
21) Cambiamenti in ambito
economico: meccanizzare quella che prima era un’attività manuale non è più una
produzione diretta, il libro diventa uniforme e ripetibile, un’attività
economica regolata dal mercato e dall’apprezzamento del pubblico. Culturale: il
primo libro a essere stampato è la bibbia è il primo caso della
generalizzazione della conoscenza ed inoltre i libri portatili di piccolo
formato accentuano il carattere intimo ed individuale comincia il processo di
detribalizzazione. Scientifico permise la nascita della scienza moderna. Tutto
questo è reso possibile alla
riproduzione di testi tecnici senza gli errori frequenti di ricopiatura a mano,
e un vero archivio della conoscenza .
22) La Radio agli inizi del 900
con Guglielmo Marconi, le prime stazioni: 1920 la Kdka Stati Uniti, 1922 la Bcb
in Inghilterra. L’utilizzo dell’etere incomincia ad essere considerato un
patrimonio finito e amministrato dallo stato. E’ il primo vero mass medium:
entra nelle case a qualsiasi ora, si rivolge a qualsiasi estrazione sociale, si
ascolta ma non impegna eccessivamente.
23)
Richiama le tre modalità con le quali i programmatori televisivi cercano di
ottenere e mantenere l’audience.
In relazione al flusso dell'ascolto emergono tre modalità attraverso le quali i
programmatori sperano di "ingabbiare" l'audience e mantenerla: il
traino, l'ascolto ripetuto e la fedeltà. Il traino è il trasferimento del pubblico
da un programma a quello immediatamente successivo e dipende da una continuità
nella disponibilità di ascolto, che muta nelle differenti fasce orarie.
L'ascolto ripetuto, sul cui reale effetto ancora si discute, si verifica invece
quando le stesse persone seguono ripetutamente una serie televisiva: si tratta
di una forma di fedeltà a un evento editoriale. La fedeltà si riferisce infine
a un canale ed evidenzia fino a che punto le stesse persone rimangono ancorate
a una medesima emittente televisiva si lega maggiormante al background del
pubblico e i suoi gusti.
24)Puntualizza gli scopi, i criteri di valutazione e le misure
fornite dagli studi audiometrici del pubblico televisivo. Le ricerche audiometriche nascono
fondamentalmente per soddisfare i bisogni commerciali. Fondamentalmente sono 4
gli obbiettivi di questa ricerca, tutti legati a interessi economici: pianificazione
degli investimenti pubblicitari e la valutazione della loro efficacia; la
rilevazione dei comportamenti del pubblico e dei cambi di "diete"
(cioè l'insieme dei programmi seguiti): l'analisi della composizione della
platea televisiva, in modo tale da assecondare i gusti e le mode visive; la
valutazione delle performance dei programmi, in termini di quantità di pubblico
che sono stato capaci di attrarre.
25) Notifica come si caratterizzano le posizioni degli
apocalittici e degli integrati nei confronti degli effetti dei media La posizione degli apocalittici è
quella di chi attribuisce ai mezzi di comunicazione di massa il potere di
manipolare la mente delle persone e di sostituirsi alla cultura vera e propria.
Gli apocalittici si appellano a eventi eclatanti come l'episodio radiofonico
della Guerra dei due mondi, o ai miti come quello della pubblicità sublimale
per denunciare l'azione nefasta dei media sul tessuto sociale, sulla democrazia
e sulle facoltà di pensiero autonomo individuale. Gli integrati, al contrario,
sono coloro che celebrano entusiasticamente l'utilità sociale dei media e i
loro meriti nell'informare, educare e intrattenere i cittadini. Un simile
entusiasmo finisce però per negare qualsiasi responsabilità a carico dei media
o almeno a carico di chi li gestisce.
26) Specifica gli aspetti qualificanti della teoria della
coltivazione nel contesto delle recenti teorie sugli effetti dei media. La teoria della coltivazione di George
Gerbner è un esempio di teoria degli effetti a lungo termine del mezzo
televisivo, inteso come "più potente" degli altri media a causa delle
sue caratteristiche peculiari. Secondo Gerbner il pubblico assorbe gradualmente
nel tempo le concezioni della realtà presentate dalla televisione, che vanno a
sostituire la realtà vissuta nella vita di tutti i giorni. Questa
"sostituzione della realtà" avviene in misura proporzionale al
consumo televisivo: i forti consumatori di televisione mostrano gli effetti più
evidenti. La teoria considera in modo particolare la fiction. In quanto propone
un mondo fatto di ruoli stereotipati , ma anche di emozioni, comportamenti,
situazioni, rapporti interpersonali di un certo tipo. La teoria della
coltivazione televisiva ha il merito di spostare l'attenzione dagli effetti di
singoli programmi mediali, all'azione
complessiva dei media come agenti di socializzazione e costruttori di realtà a
lungo termine.