Problem solving - psicologia e organizzazione aziendale

Vai ai contenuti

Menu principale:

Problem solving

attività- gestioni > Azienda di successo

IL PROBLEM SOLVING


a cura di Massimo Pivano

Il problem solving è una risorsa per le aziende vincenti.  Ma come si fa? Bisogna che nella squadra vi sia chi è esperto nelle tecniche di analisi dei problemi che sorgono e nelle loro soluzioni. Questa competenza è importante in una azienda che vuole essere leader nel suo campo.
Infatti molte questioni, come ad esempio  che i collaboratori sappiano lavora assieme, attuare miglioramenti continui nella organizzazione e nei prodotti, e così via, potrebbero essere affrontate con il problem solving.
Quindi va definito in modo chiaro come queste questioni devono essere affrontate e chi può affrontarle. Uno di questi sono gli obbiettivi che devono sempre essere presenti e chiaramente definiti identificando gli ostacoli che si frappongono al raggiungimento degli stessi. Quando li identifichi devi trovare delle soluzioni che sia adatte e praticabili e non impossibili o fantasiose.
Una altra area di forte interesse aziendale è relativo alla collaborazione di tutti i soggetti aziendali coinvolti nel progetto e negli obbiettivi. Questo è un altro punto di forza nella azienda e non deve essere per nulla trascurato. Ricordiamo la concezione dei gruppi secondo molti studiosi e come già nel 1929 fu studiato da Majo.
A questo punto, quando i precedenti punti sono stati esplorati e risolti devi passare alla corretta esecuzione del  piano di azione. Devi costantemente monitorarlo e tenerlo sotto controllo affincheè non ci siano dei deragiamenti lungo il percorso e per poter intervenire rapidamente in caso di scostamento dal piano originale.
Riassumendo possiamo dire che i punti fondamentali sono: anali, diagnosi, soluzioni e verifica e queste sono le tappe fondamentali del problem solving per ilraggiungimento degli obbiettivi. Questo serve a creare e gestire un gruppo di lavoro efficiente, dove la collaborazione è massima e l'intervento per eventuali appianamenti e discussioni all'interno del gruppo sia fatto in modo rapido ed efficiente.
Un altro punto fondamentale è la separazione dei dati e informazioni delle opinioni. Ultimo punto molto importante è capire perchè succedono determinati eventi e non chi li ha causati. Bisogna quindi passare dal chi l'ha causato a perchè è successo.
Una di queste tecniche è stata ideata da Osborn e si chiama brainstorming che ci fornisce le potenzialità del gruppo quando questo è ben guidato da un esperto di dinamiche di gruppo.
Una azione del genere fornisce fino a 300 idee in due ore di cui il 25% è da considerarsi utile, orignale e che può risolvere i problemi.
Questa si può applicare solo a problemi reali che richiedano idee e soluzioni nuove e il passo precedente sarà stato quello di individuare il problema ed avere tutti i dati su di esso.
Le fasi di una seduta di brainsotrming sono:
1) presentazione del problema in maniera chiara e logica tale da avere l'attenzione e l'interesse di tutti.
2) Una discussione dove ciascun rappresentate propone suluzioni senza preoccuparsi della loro validità
3) Analisi delle soluzioni proposte che devono essere analizzate secondo un grado di valità, originalità e competenza.
Perchè ciò abbia successo, ogni pertecipande deve aver ben in chiaro che non ci sono limiti o timore di essere giudicati dal capo ma di poter esprime una soluzione secondo la sua visione e secondo le sue idee.
Il tutto deve essere attuato da un coordinatore esperto in queste tecniche e in grado di enunciare i pricipi sopraesposti.

 
Torna ai contenuti | Torna al menu