Metanalisi delle ricerche sulla anoressia - psicologia e organizzazione aziendale

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Metanalisi delle ricerche sulla anoressia

salute
BIAS ATTENTIVO E IMPLICAZIONI CLINICHE NEI DISTURBI DELL’ ALIMENTAZIONE
Introduzione
Negli ultimi anni molti ricercatori si sono interessati della natura delle distorsioni e degli errori cognitivi nei disturbi dell’alimentazione; si è così assistito ad un incremento della ricerca in questo ambito e dello sviluppo di alcune tecniche di misurazione indirette derivate dalla psicologia cognitiva sperimentale. Queste coperte hanno trovato nei disturbi dell’alimentazione l’esistenza di bias nella processazione delle informazioni (Fairburn, Cooper, Cooper, McKenna, & Anastasiades, 1991; Huon, 1995; Williamson, Muller, Reas, & Thaw, 1999; Lee, Shafran, 2004; Ainsworth,Waller, & Kennedy, 2002; Fauce, 2002; Rodriguez-Campayo, Martinez-Sanchez , 2005; Johansson, Ghaderi, Andersson, 2005). Un bias che negli ultimi anni ha attirato l’attenzione dei rcercatori è quello attentivo. Scopo di questo articolo quello di fare una revisione delle ricerche effettuate sul bias attentivo nei disturbi dell’alimentazione e di suggerire alcune strategie terapeutiche per affrontarlo.


Definizione di bias attentivo
Il bias attentivo si verifica quando “avviene un discreto cambiamento nella direzione in cui una persona focalizza la sua attenzione, fino a quando prende consapevolezza di una particolare parte o aspetto di alcuni stimoli ambientali” (Williams, Watts, MacLeod, & Mathews, 1997, p. 73).


Misurazione dell’attenzione selettiva : Test di Stroop e dot probe test
I bias attentivi sono stati indagati mediante numerosi paradigmi e uno dei più comuni metodi per misurare l’attenzione è il test di Stroop (Stroop, 1935). Nel test di Stroop originale, ai partecipanti veniva presentata una lista di nomi di colori e le istruzioni erano di leggere il colore in cui le parole erano scritte ed ignorare il contenuto delle parole. Non sorprende che il risultato ottenuto sia stato che i partecipanti impiegavano più tempo per il nome del colore quando questo non era coerente con il contenuto della parola. Nel test di Stroop modificato, viene invece chiesto ai partecipanti di nominare il colore delle parole connesse all’ansia così come per il gruppo delle parole di controllo (Williams, Mathews, & MacLeod, 1996). Le ricerche hanno utilizzato ripetutamente il test di Stroop modificato ottenendo molti risultati ed informazioni interessanti anche se è stato evidenziato che, nei disturbi dell’alimentazione, il test ha dei limiti in quando rappresenta solo una misurazione “indiretta” dell’attenzione considerando che i pazienti affetti da questo disturbo hanno bassi livelli di concentrazione e pensiero astratto conseguenti allo stato di denutrizione (Vitousek, 1996).Un test innovativo, impiegato frequentemente negli studi sull’ansia, è quello ideato da MacLeod Mathews, & Tata (1986) con il nome di “dot-probe detection task”. Questo compito richiede al soggetto di dirigere l’attenzione verso uno stimolo che compare in una determinata posizione sullo schermo di un computer, ignorando una seconda possibile collocazione. MacLeod e collaboratori. (2002) hanno associato parole a contenuto minaccioso a parole a contenuto neutro, presentando poi le coppie di parole simultaneamente, nella parte alta e in quella bassa dello schermo. Ai soggetti viene chiesto di nominare la sola parola comparsa nella parte alta dello schermo. I bias attentivi sono stati valutati misurando la velocità di risposta, mediante la pressione di un tasto, all’apparizione del punto-bersaglio nella posizione occupata da una delle parole stimolo. Gli autori hanno confrontato le prestazioni di individui affetti da ansia generalizzata e di soggetti di controllo non ansiosi. I risultati dimostrano che i soggetti ansiosi dirigono costantemente la loro attenzione verso le parole a contenuto minaccioso: i soggetti di controllo, invece tendono a volgere l’attenzione lontano da tali parole. I risultati di diversi studi si sono trovati in accordo con questa previsione poiché hanno presunto che l’ansia di tratto è un predittore più consistente dei bias attentivi rispetto all’ ansia di stato (MacLeod e Mathews, 1988). Attualmente il test dot probe viene usato per esaminare i biases attentivi nei disturbi dell’alimentazione in alternativa al test di Stroop.

 
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