IBOGA
L’Iboga in Italia è classificata come sostanza allucinogena anche se è una pianta curativa sia per problemi psicologici, utilizzata in psicoterapia per rimuove traumi, sia al posto del metadone la cui efficacia è superiore ma i costi sono troppo bassi e quindi non remunerativi per l’industria farmaceutica e quindi hanno condotto una battaglia per renderla illegale. Inoltre, a differenza del metadone, la cura è breve mentre il metadone si prende praticamente a vita.
Il principio attivo dell’Iboga è l’ibogaina, che è lievemente psichedelica ed è per questo che in molti paesi viene usata dagli psicoterapeuti per la rimozione dei traumi.
Uno dei primi occidentali a portarla alla conoscenza del grande pubblico, nel 1997, è stato il francese Jan-Claud Cheyssial dove afferma che l’ Iboga non è una droga ne un passatempo, ma una radice curativa. Infatti l’Iboga porta più sofferenza della malattia stessa ma è un sistema di cura non indifferente. E’ impossibile classificare l’Iboga come droga creativa in quanto non da dipendenza, non crea dissociazione con la realtà non invita a fuggire dalla realtà ma porta a un incontro con la realtà stessa, con il proprio inconscio. Nello sciamanismo africano veniva utilizzata il suo uso è di tipo rituale e normalmente accompagna l’umano nel rito di passaggio da giovane a vecchio o nel passaggio dalla vita alla morte e quindi alla rinascita.
Nel 1998 Anderson afferma che l’Iboga ingerito in un contesto sciamanico o psicoterapeutico induce uno stato di apparente sonno del tipo di quello fetale e che si caratterizza per la sua plasticità permettendo alle esperienze traumatiche di tornare in superficie e di essere integrate.
Michel Jouvet, un biologo specializzato nella fase del sonno paradosso sviluppa la seguente ipotesi: il sogno agisce come una riprogrammazione delle attività cerebrali, sembra infatti che serva a “riconfigurare” e a reindirizzare il sistema neurologico. E perciò è il guardiano dei nostri programmi in fatto di abitudini, di bisogni e di individuazione.
Questa è una metafora che si usa nei seminari in cui si assume l’Iboga e le testimonianze parlano di “deprogrammazione” e di soppressione di problematiche sociali. Uno dei partecipati a una di questi seminari venuto a seguito di una rottura sentimentale molto logorante, spiega che è antato via da questo seminario come se le connessioni neurologiche avvenuti per questo trauma non fosse mai avvenuto e quindi completamente rimosso. È come se ci fosse stata una pulizia dei circuiti neuronali e una rimessa a zero dei “contatori”. Una altra proprietà molto interessante dell’Iboga risiede nella possibilità di manipolare il materiale immaginario che sia attraverso il terapeuta, lo sciamano o il partecipante. È sempre possibile fermarsi su una immagine e tornare indietro e studiare una alternativa e in ogni momento l’esperienza può essere guidata. Non c’è mai perdita di coscienza. Ogni cultura, poi, avrà visioni diverse.
Una testimonianza dei lavori effettuati da Francis Lefebure: il partecipante prende un cucchiaino di polvere di Iboga che è disgustosamente amara. Dopo qualche minuto sente il corpo vibrare a partire dal chakra della pianta dei piedi e delle mani. Incomincia a vedere una luce a forma di ruota con una rotazione sempre più veloce. Dopo cominciano le visioni, prima un poco caotiche poi sempre più ordinate, ma sempre in stato di vigile coscienza. Dopo cominciarono le visioni in 3D come se il tutto fosse proiettato su uno schermo e vertevano sul tema che mi interessava. Le visioni che mi interessavano e che mi ricordo perfettamente sono state di paesaggi urbani, binari ferroviari, autostrade che sorvolavo, poi case di pietra infine ho chiesto una piantina per capire dove ero così ho visualizzato i problemi che mi assillavano. Ovviamente non si può raccontare tutto per ovvie ragioni, ma il dr Lefebure ha scritto numerosi testi su questi argomenti.
Un altro uso di questa radice è la cura e guarigione da problemi di dipendenza da droghe varie, tra cui cocaina, eroina, metanfetamina ecc., e funziona molto meglio del metadone, che è una droga sintetica. Non da dipendenza, la sua assunzione è limitata nel tempo e porta alla guarigione con costi irrisori. Ovviamente le aziende farmaceutiche la osteggiano in quanto non da dipendenza, il costo non è remunerativo e basta poco tempo per disintossicare completamente l’organismo ed evitare ricadute rovinose, quindi non si assume per tempi lunghi, non porta vantaggi economici e quindi non va bene.
L’ibogaina è una sostanza naturale estratta da una pianta dell’africa equatoriale e una singola dose vi permetterà di immergevi nella vostra profondità con un viaggio cosciente ai confini del tempo e dello spazio per uscire, dopo poche ore, senza sofferenza di mesi di tossicodipendenza. Numerosi sono le testimonianze di questi trattamenti.