Piantaggine - psicologia e organizzazione aziendale

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Piantaggine

Curarsi con le Erbe
PIANTAGGINE

La piantaggine è una pianta perenne che possiamo raccogliere tutto l’anno. la partente della piantaggine è la piantaggine maggiore (platango major) e viene utilizzata come la piantaggine e entrambe sono diffuse nel mondo intero e sono diffuse nei prati e nei sentieri di montagna. Viene utilizzata per le malattie polmonari e degli organi respiratori specie con forte catarro, tosse e la tosse canina. È un forte antiinfiammatorio e servono anche per curare il raffreddore e i malanni invernali oltre a conferire proprietà lassative. Della pianta si usa tutto dalle radici alle foglie ai fiori e ai semi. È facilmente riconoscibile in quanto le foglie sono percorse da cinque nervature parallele e i fiorellini si raccolgono in spighe lungo lo stelo centrale raggiungendo una altezza massima di 40 cm. È un ottimo depuratore del sangue, toglie il muco dai polmoni liberandoli e favorisce le funzioni digestive a livello dello stomaco. Serve anche per le persone  affetta da asma bronchiale donando sollievo e aiutandole nella guarigione. Una tisana di questa erba va molto bene anche per chi è affetto da problemi al fegato e alla vescica. Le foglie della piantaggine contengono glucosidi idoidi, flavonoidi quali la luteolina, mucillagini, tannini, pectine, acido salico, Sali minerali. Questo conferiscono alla pianta proprietà espettoranti, bechice, antibatteriche, antiinfiammatorie e astringenti. L’azione antiinfiammatoria è dovuta alla acubigenina che per idrolisi libera una genina biciclica di nome acubigenina e questo ha proprietà antiallergiche e decongestionanti, inoltre contrasta il proliferare del batterio Staphilococcus Aurerivelandosi così un rimedio antibatteriostatico nei confronto di questo microorganismo. Questa pianta è anche utilizzata come rimedio per le infiammazioni della cute e delle mucose che rivestono la bocca, la gola e le vie respiratorie. È utilizzata, in medicina, contro il catarro brochiale, la bronchite cronica, allergia, sinusite, e per le infiammazioni dell’apparato urogenitale in presenza di reazioni allergiche e infezioni batteriche grazie a una azione antisettica esercitata dagli acidi fenolici. Quindi è indicata, per uso esterno, per cicatrizzazione, per azione lenitiva, antipruriginosa, decongestionante, in caso di dermatosi, piccole lesioni della pelle, acne, infiammazioni palpebrali, oculari e di natura allergica.
Per i problemi di fegato e alla vescica bere delle tisane di piantaggine, mentre per le bronchiti, asma bronchiale e polmonare, portare a ebollizione una tazza d’acqua con uno spicchio di limone e un cucchiaino di zucchero di canna. Poi toglierla dal fuoco e aggiungere la piantaggine nella misura di un cucchiaino e lasciare riposare per qualche minuto. Filtrare e consumare; nei casi più gravi ripetere l’operazione tre o quattro volte al giorno. le foglie possono servire anche contro le vesciche ai piedi dopo delle lunghe camminate. In questi casi mettere una foglia fresca sotto il piede.
Le preparazioni si eseguono nel seguente modo: la tisana si fa utilizzando un cucchiaio colmo di piantaggine in un quarto di acqua bollente e lasciando riposare brevemente. La miscela per la tisana si può fare un un cucchiaino di piantaggine e uno di serpillo e un quarto di acqua bollente. L’impacco di foglie si prepara con foglie fresche di piantaggine schiacciate col mattarello su un tagliere finché non diventa una poltiglia  e poi la si applica sulla parte dolente. Lo sciroppo di un tipo si prepara passando nel tritacarne un etto di foglie fresche lavate. Alla poltiglia si aggiunge un poco di acqua, 300 gr di zucchero e 250 gr di miele. Bollire e girare lentamente finchè non si è formato un liquido denso che si travasa ancora caldo in vasetti d vetro e una volta raffreddato lo si mette in frigorifero. Lo sciroppo del secondo tipo si fa mettendo strati di folgie fresche e strati di zucchero uno di seguito all’altro. poi si comprime il tutto e lo si lascia riposare per un giorno. il giorno successivo si ripete l’operazione e lo si mette in un vaso con dei fogli di pergamena. Questo si sotterra in zona esposta al sole con la testa del barattolo sporgente e questo farà fermentare lo zucchero e le foglie trasformandole in uno sciroppo. Dopo tre mesi si preleva il vaso e  il contenuto lo si mette in una pressa da frutta portando poi il succo così ottenuto a ebollizione per qualche minuto. Infine lo si mette in un vasetto pulito e, una volta freddo, in frigorifero. Se non volete metterlo sotto terra tenete il vasetto al sole finchè non si forma lo sciroppo e poi fate come sopra descritto.
  

 
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