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farfara

Curarsi con le Erbe
FARFARA

Il nome scientifico è Tossilaggine comune o Tussilago farfara ed è una pianta erbacea perenne dai fiori gialli simili alle margherite e appartiene alla famiglia delle Asteraceae. La si trova sui terreni umidi, nelle scarpate, nelle cave di ghiaia. I fiori spuntano molto prima delle foglie e sono ricercatissime dalle api e altri insetti per il loro nutrimento. Questa pianta nasce su terreni argillosi e serve anche per riconoscerli. Si utilizzano sia i fiori che le foglie per le loro proprietà anticatarrali, specie i fiori, espettoranti e antiinfiammatori. Sono ottimi per la bronchite, per i problemi di faringe, per l’asma bronchiale, nella pleurite e, secondo alcune ricerche, all’inizio della tubercolosi polmonare. I costituenti chimici sono le mucillagini, i tannini, inulina, Sali minerali, alcaloidi e senkirkina, tussilagina, senecionina in piccole quantità. Per chi è afflitto da raucedine permanente dovrebbe bere, turante tutta la giornata, della tisana di farfara dolcificata con miele. Le foglie sono verdi di sopra e argentate di sotto e felpate e sono ottime per fare il condimento dei brodi, nelle insalate primaverili in quanto contengono molta vitamina C. infusi ed estratti di farfara sono utilizzati come rimedio mucolitico e sedativo della tosse, oltre ad avere deboli proprietà antispasmodiche.  Viene utilizzata anche nella cosmesi date le sue proprietà astringenti, dermopurificanti, emollienti e lenitive. Il succo di farfara può essere utilizzato anche per la cura dei foruncoli, contro le irritazioni cutanee ed eczemi.. Per i fumatori, questa pianta, specie in primavera, è un vero toccasana prendendo due o tre cucchiaini da dessert di succo fresco di foglie di farfara in una tazza di brodo o di latte caldo. Se i problemi sono venosi, frantumare delle foglie e mescolarli in panna fresca che va spalmata sulle parti infiammate e poi fasciali con un panno.
Le modalità di preparazione della tisana sono di un cucchiaini da dessert colmo di fiori e scottato in un quarto di litro di acqua bollente lasciandolo riposare per alcuni minuti.  Si può usare anche per inalazione e in questo caso mettere un cucchiaino di fiori e foglie in un po’ di acqua bollente e respirare i fumi. Per i pediluvi va messo due cucchiaini di farfara in una bacinella con acqua calda, lasciare raffreddare fino a una temperatura attorno i trentacinque gradi e poi mettervi i piedi dentro per un quarto d’ora. Il succo fresco la si fa in centrifuga con fiori e foglie fresche.  L’assunzione di questi prodotti di farfara il consiglio è di non superare le otto settimane annuali.


 
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